La Montagnaterapia in Abruzzo: un'iniziativa promossa dal CAI
Dalla fine del lockdown, infatti sono sempre di più le persone che hanno scelto di svolgere attività all’aperto come le escursioni e il trekking, evidenziando il valore della montagnaterapia.
Ne parlano i media e ne abbiamo discusso più volte con amici, parenti e colleghi: il 2020 probabilmente lascerà una pesante eredità, non solo sul piano economico-politico ma anche ad un livello più profondo, sulla vita delle persone.
Le misure adottate per contenere la diffusione del Covid-19 ci hanno posto di fronte all’esigenza di ripensare il nostro modo di vivere gli spazi e il contatto con gli altri; ed è in questa riorganizzazione delle nostre abitudini che abbiamo riscoperto il contatto con la natura.
A cose serve la Montagnaterapia
Questa metodologia fa riferimento ad un particolare approccio terapeutico-riabilitativo e socio-educativo che si pone il fine di prevenire e/o curare diversi tipi di patologie e disabilità, attraverso lo svolgimento di attività di gruppo nell’ambiente naturale, e in alcuni casi artificiale, della montagna.
La montagnaterapia trova le sue origini agli inizi degli ottanta in Francia, in un istituto di igiene mentale, di Charleville-Mézières, dove un infermiere decise di accompagnare alcuni pazienti in montagna dichiarando di condurli in un luogo dove la loro umanità sarebbe riaffiorata. Da quel momento si diffusero le prime esperienze finalizzate a sfruttare i benefici della montagna in tutta Europa, fino ad arrivare in Italia.
Nel nostro Paese viene implementata dal Servizio sanitario nazionale con la collaborazione del Club Alpino Italiano e le associazioni nazionali e regionali del settore.
Il CAI Abruzzo si ispira alla montagnaterapia
Un particolare interesse è stato mostrato dal CAI Abruzzo, che pochi mesi prima dell’emergenza sanitaria, ha partecipato ad un convegno, a Villavallelonga (AQ), con il fine di promuovere un maggiore investimento in questo tipo di attività. L’ente infatti ha sottolineato il valore della Montagnaterapia, evidenziando il suo valore, non solo come un approccio terapeutico ma anche come uno strumento utile a chiunque desideri trovare un nuovo equilibrio con sé stesso e con gli altri. Uno strumento, quindi, non solo medico, in grado di curare disabilità, ansia e depressione, ma anche socio-relazionale.
L’Abruzzo, del resto, si presenta come un terreno fertile da questo punto di vista.
Quasi i due terzi della Regione sono montuosi, offrendo uno scenario ricco e suggestivo in gran parte inglobato nel Parco Nazionale d’Abruzzo.
Il Parco, tra i più importanti in Europa, possiede un panorama variegato di boschi di faggio e diverse specie rare di flora e fauna. La vetta più alta degli Appennini è il Corno Grande che riunisce intorno a sé una molteplicità di sentieri e percorsi per tutti gli appassionati di trekking.
I Percorsi in Abruzzo ispirati alla Montagna
Tra le mete più suggestive c’è sicuramente la Valle del Chiarino, all’interno del Parco Nazionale GranSasso e Monti della Laga, itinerario che si apre dalla diga del Lago di Provvidenza e si snoda in una vallata ricca d’acqua. Per i più volenterosi inoltre, percorrendo diversi chilometri, è possibile raggiungere il Rifugio Domenico Fioretti, protetto dal Monte Corvo.
Per i più allenati invece c’è la possibilità di attraversare il Monte Velino che si estende dalla piana del Fucino e si presenta come una delle esperienze di trekking più dure, nonostante la sua altezza non sia paragonabile a quella delle vette del GranSasso.
Se invece si desidera un’esperienza particolarmente piacevole è possibile attraversare una vallata boscosa che conduce nella Val di rose. La particolarità di questo itinerario è sicuramente la presenza di cervi ed orsi che permettono di vivere un’esperienza unica che rimanda alla mente l’immagine vera e propria del bosco incantato.
Un altro itinerario particolarmente interessante è quello del Monte Meta, terra di confine tra il Molise, l’Abruzzo e il Lazio, caratterizzato dalla presenza di roccia, vallate verdeggianti e laghetti. Un paesaggio variopinto che lo rende la meta perfetta per tutti i tipi di escursionisti.
Infine non possiamo non citare l’itinerario lungo il Corno Grande del GranSasso d’Italia, la vetta più alta degli Appennini, ricca di pareti calcaree che richiedono un forte impegno a chiunque decida di cimentarsi in questo percorso. Un’esperienza senza dubbio ricca di insidie ma in grado di ripagare come poche.
Questi cinque itinerari, sono ovviamente solo alcuni, del multiforme paesaggio abruzzese. Un territorio iridescente adatto a chiunque desideri affrontare le sfide della montagna, con i propri limiti e paure, verso la conquista di una nuova consapevolezza che conduce alle origini dell’uomo e al suo ritorno nella natura.