Secondo l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) le categorie più colpite dalla pandemia sarebbero le strutture alberghiere e i ristoranti.
Dal rapporto, infatti, emerge un calo del fatturato di oltre il 52%, per il periodo da gennaio a settembre 2020, rispetto all’anno precedente.
Una situazione drammatica per la ristorazione
Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha commentato i dati diffusi dichiarando che in realtà il quadro potrebbe essere molto più drammatico in quanto le rilevazioni ISTAT non comprendono, per il momento, i dati dell’ultimo trimestre del 2020. Un primo segnale negativo arriva comunque dai numeri sulla cassa integrazione di ottobre, secondo cui ristoranti e alberghi sono stati costretti a sospendere 295mila lavoratori, per un totale di 51milioni di ore, contro le 30,5 di settembre.
Il centro studi di Federalberghi, inoltre, ha previsto entro la fine del 2020 un calo del fatturato delle strutture ricettive del 56,7% con una perdita di oltre 14 miliardi di euro.
Le misure adottate dal governo nell’ambito dei Ristori, nonostante si siano rivelate un valido aiuto, non riescono a provvedere in modo completo alle perdite del settore.
Per questo motivo molte strutture ricettive stanno cercando di riorganizzare i propri servizi attraverso l’organizzazione, e l’offerta, di formule di soggiorno compatibili con le esigenze del momento.
La soluzione Stay & Dine
Tra queste spicca la soluzione “Stay & Dine”, che offre la possibilità, di pernottare nella struttura e di sfruttare i servizi di ristorazione.
Una soluzione, quindi, che mira al compromesso e che permette agli ospiti dell’hotel di gustare una cena nel ristorante della struttura anche dopo le 18 e senza andare incontro al problema del coprifuoco.
La formula del resto si rivela un’ottima opportunità sia per gli albergatori che cercano di garantirsi, anche in piena pandemia, un minimo di coperti e di incassi, in assenza dei turisti, che per i clienti a cui viene offerta la possibilità di un weekend o una serata di relax nonostante le difficoltà del periodo.
Tuttavia Stefano Bonini, senior partner di Trademark, chiarisce che al momento si tratta di un’iniziativa applicata solo da alcune strutture e che è ancora presto per poter valutare in che misura si diffonderà e se davvero sarà in grado di risollevare, almeno in parte, il settore.
Un fenomeno i cui effetti positivi, anche nel lungo periodo, non vanno sottovalutati. Potrebbe modificare in futuro il modo in cui viene percepito il rapporto tra gli hotel e il territorio. Non più, quindi, come strutture estranee alla vita locale ma come luogo di incontro, anche per le persone del luogo a cui viene offerta l’opportunità di sfruttare i diversi servizi: il bar, la sala ristorante, la piscina, la palestra o il centro benessere.
Nasce dal desiderio di partecipare appieno alla vita del tessuto urbano la decisione del Magnificat di aderire all’iniziativa.
Il ristorante è infatti il luogo ideale per tutti coloro che desiderano evadere dallo stress quotidiano e concedersi una cena o una notte immersi tra i vigneti. La sua sala, ampia e luminosa, offre la possibilità, inoltre, di gustare una cena della cucina abruzzese, nel rispetto delle misure di distanziamento ma senza rinunciare al calore di un’atmosfera familiare.
Uno degli obiettivi del Magnificat, è del resto, quello di diventare una seconda casa per i suoi ospiti, e in un momento critico come questo non può che offrire tutto il suo supporto.